In questa guida spieghiamo come coltivare Pittosporo Tobira e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Pittosporo tobira
famiglia: Pittosporaceae
breve descrizione: Arbusto o albero sempre verde, può raggiungere un’ altezza dai 2 ai 5 metri. Presenta foglie coriacee, lucide, di colore verde scuro. I fiori sono bianco avorio dal profumo d’arancio. Dopo la fioritura produce dei frutti avvolti in capsule.
durata: Perenne
periodo di fioritura: Il fiore e di colore giallo – crema, profumato d’arancio, e sbocciano da aprile a luglio
clima: Temperato
uso: Viene utilizzato per formare siepi, o anche come pianta isolata, coltivabile anche in vaso sul terrazzo
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Predilige essere esposta in posizioni soleggiate o semiombreggiate
temperatura: Resiste anche ad alcuni gradi sotto lo 0°, ma predilige un clima mite
substrato: Predilige terreno fertile e ben drenato
irrigazione: Non ha particolari esigenze, annaffiare più abbondantemente durante l’estate e diminuire nel periodo invernale
concimazione: utilizzare dello stallatico ben maturo
propagazione: Avviene per seme o per talea semilegnosa unga una decina di centimetri, durante il mese di giugno
rinvaso: utilizzare dei vasi solo leggermente più ampi del precedente
potatura: Eliminare le parti secche o danneggiate, se coltivato a siepe potarlo in autunno o primavera. I rami cresciuti disordinatamente vanno potati in aprile.
avversità: Non è soggetto a particolari malattie o afidi. Può essere colpito da cocciniglie e sicuramente patisce molto le gelate tardive
piccoli consigli: I fiori profumano leggermente d’arancio Non necessita di cure particolari
curiosità
ambiente: In Italia è diffuso particolarmente la Pittosporum tobira. Può essere coltivato anche in settentrione, infatti, resiste bene anche dove il clima è più rigido. Sono piante semirustiche quindi, temono periodi di gelo prolungato.
letteratura e mitologia: Il nome deriva da “pitta” che significa pece e da “spòros” che significa seme, probabilmente a causa della resina di cui sono rivestiti i semi contenuti nella capsula frutto.