In questa guida spieghiamo come coltivare il Leccio o Quercus Ilex e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
Il leccio è n albero sempreverde, alto fino a 15-20 metri, a chioma densa ed ampia, che conferisce alla pianta un aspetto austero e cupo. Sui Colli Euganei raggiunge dimensioni modeste, 3- 6 m. ed assume spesso anche portamento arbustivo. La corteccia da giovane è liscia e grigio bruna, poi si suddivide in piccole placche. Le foglie sono persistenti sui rami per 2-3 anni, ovali lanceolate, verdi scure e lucenti sopra, coriacee e con breve picciolo, con i margini lisci o leggermente dentati nelle piante giovani. Inferiormente sono tormentose perché ricoperte da una peluria biancastra. Il frutto è una ghianda di forma tipicamente allungata ed appuntita con breve peduncolo e cupola grigio lanosa a squame appressate, distinte le une dalle altre.
Il legno, rosso-bruno, è pesante e duro, di difficile lavorazione. Viene utilizzato per falegnameria, per attrezzi agricoli e quale combustibile. Il leccio, insieme all’ olivo, è la pianta che caratterizza il paesaggio mediterraneo. In Italia è presente nel centro-sud e nelle isole. Al nord è presente in nuclei isolati ed ha diffusione li mitata alle pendici circostanti i grandi laghi e, nelle zone costiere, nei punti più caldi.
Predilige esposizioni assolate, su terreni asciutti e si adatta bene anche a stazioni rupestri, come la congenere Quercus pubescens (roverella). Resiste a siccità e vento adattandosi a vari tipi di terreno, purché non molto degradati da tagli frequenti e da incendi, che penalizzano il leccio rispetto all’erica arborea (brèccane), al corbezzolo (sgòlmare) ed alla roverella e che fanno regredire la lecceta a macchia mediterranea.
Forma boschi di soli lecci o misti con la roverella e l’orniello, con i pini domestici o con varie essenze della macchia mediterranea. Non è esigente in fatto di luce e ciò significa che può crescerfe bene anche in presenza di altre specie.
Dal punto di vista micologico, sotto il leccio si possono ritrovare, oltre che quasi tutte le specie comuni alle altre querce, anche alcune di peculiari, tra le quali: sui Colli Euganei il Lactarius mairei (M.te Calbarina), il Lactarius atlanticus (M.te Frassenelle) ed il Leccinum lepidum