In questa guida spieghiamo come coltivare Croco e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Diospyros kaki
famiglia: Ebenaceae
breve descrizione: pianta ornamentale e da frutto, si presenta con una larga chioma tondeggainte e compatta, composta da grandi foglie verde brillante. I pomi, eduli e succosi, maturano in ottobre e permangono anche dopo la caduta delle foglie donandole un nuovo aspetto molto gradevole.
durata: perenne
periodo di fioritura: fiorisce in maggio giugno, i fiori sono biancastri poco appariscenti
area di origine: Cina e Giappone
clima: caldo e temperato
uso: Alcune varietà fanno dei frutti giallo-arancione che diventano bellissimi a piena maturazione, infatti, costituiscono un gradevole elemento decorativo per il giardino ed inoltre, permangono a lungo tempo intatti sulla pianta; i frutti vengono poi raccolti ad autunno innoltrato. Altre varietà selvatiche producono frutti dal sapore non molto gradevole, in compenso sono apprezzate per il valore estetico e per il grande pregio del legno.
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: soleggiata o a mezz’ombra.
temperatura: temeperature miti, soffre temperature troppo rigide (7-10°C). Gli esemplari giovani vanno protetti dal freddo eccessivo con delle pacciamature. resistono molto bene al caldo che anzi gli fa produrre dei frutti migliori.
substrato: predilige suoli neutri, freschi, profondi e fertili, non troppo umidi e compatti.
irrigazione: poco praticata, ma se effettuata migliora la pezzatura dei frutti
concimazione: abbondanti concimazioni organiche a fine inverno, con letame e stallatico maturo
propagazione: la moltiplicazione avviene per margotta o per innesto su altre specie che conferiscono alla pianta una notevole resistenza al freddo.
potatura: La potatura di mantenimento deve consistere essenzialmente in una leggera rimonda, e solo per le piante vechie, in interventi più drastici, al fine di ringiovanirle.
avversità: molto resistente, difficilmente attaccata da malattie. Può essere raramente colpito dal tumore batterico.
piccoli consigli: crescita lenta, da giovane sensibile al gelo. Si può proteggere con fasci di paglia. La raccolta dei frutti avviene tagliando una piccola porzione del rametto che li porta; per diventare commestibili devono subire la maturazione supplementare o ammezzimento, che può essere accellerata alternando alle cassette di kaki delle cassette di mele profumate che sviluppano dei gas (etilene ed acetilene) facilitando questo processo.
curiosità
storia: la sua comparsa in Italia risale al 1870 ed il primo kaki fu portato a Firenze per i giardini di Boboli, che secondo i fiorentini a quel tempo possedeva tutti gli esemplari di piante, tranne “l’erba voglio”.
ambiente: Questa pianta originaria degli altipiani della Cina, trova in Italia condizioni climatiche favorevoli per cui può essere coltivata sia per i frutti sia per ornamento. Il Kaki produce i frutti sui rami cresciuti nello stesso anno. Normalmente si coltivano piante con solo fiori femminili, altre ancora con fiori maschili ed ermafroditi, oppure femminili ed ermafroditi. Normalmente si coltivano piante con soli fiori femminili che allegano, cioè passano da fiore e frutto senza fecondazione o vengono fecondate da specifiche pinte impollinatrici . Gli esemplari di Kaki iniziano a produrre frutti verso il 3° 4° anno di vita, durano circa una cinquantina di anni e forniscono in media un quintale di frutti all’anno.
cucina: i frutti vanno raccolti in ottobre-novembre, sono zuccherini e pieni di sapore, inoltre, hanno una polpa morbida che contiene molte vitamine e proteine ed è ricca di zuccheri, infatti apporta 65 calorie per cento grammi di frutto.
in giro per il mondo: In Giappone il kaki viene utilizzato per la produzione di un vino a bassa gradazione alcolica ed il suo succo viene usato come chiarificante nella preparazione del sakè.