In questa guida spieghiamo come coltivare Geranio Odoratissimum e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Pelargonium odoratissimum
famiglia: Geraniaceae
breve descrizione: Pianta erbacea appartenente al genere dei gerani aromatici. Non possiede fioriture vistose come quelle di altri gerani, ma le bellissime foglie, anche variegate e delicatamente profumate di mela lo rendono molto gradevole. I fiori sono semplici, di piccole dimensioni e di colore bianco.
durata: Annuale o biennale
periodo di fioritura: Inizia a fiorire verso marzo fino a circa fine ottobre. I fiori hanno la particolarità che profumano di mela
area di origine: Africa
clima: Temperato
uso: Pianta ornamentale sia da esterno sia da appartamento
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Durante tutta la coltura le piante vanno tenute in ambiente luminoso e poco umido. Per favorire una crescita compatta e ben formata, non si ombreggia in autunno e in inverno. L’ombreggiamento si renderà necessario da marzo in poi, in giornate molto calde, per evitare l’appassimento delle foglie e per conseguenza, macchiature o essiccamenti. In questi giorni l’ombreggiamento non deve essere continuo, ma ristretto alle ore più calde. Ombreggiando oltre si ritarda la fioritura
temperatura: Ad inizio coltura la temperatura deve aggirarsi intorno ai 16 – 18 gradi. Per indurre, invece, le piante a formare i bottoni fiorali, da gennaio in poi la temperatura si dovrà abbassare a 8-10 gradi per circa 4-6 settimane. In seguito si ritornerà a 15-16 gradi
substrato: Si usa un terriccio composto prevalentemente da sostanza organica
irrigazione: Dopo l’invasatura l’assorbimento d’acqua delle diverse varietà o anche di singole piante può essere molto diverso; quindi nei primi 15 giorni, l’irrigazione va eseguita con molta cura, evitando di bagnare le piante già umide. Durante la fase di bottonamento a basse temperature, l’irrigazione va eseguita senza bagnare la vegetazione per evitare l’insorgere di Botrytis. In primavera, con l’aumento della luminosità, si aumentano le irrigazioni per evitare stress da siccità
concimazione: E’ consigliabile partire con un terriccio solo leggermente concimato per poi seguire la crescita della pianta aumentando le concimazioni. Si interrompe la concimazione prima dell’inizio della fioritura. Durante la coltivazione si usano concimi N: P: K bilanciati, da febbraio in poi si passa a concimi con P e K più elevati
propagazione: La moltiplicazione avviene sia per seme sia per talea: il primo metodo permette di avere nuovi ibridi, mentre per conservare le caratteristiche della pianta madre si ricorre esclusivamente alla talea
rinvaso: A inizio primavera potando decisamente la pianta e sostituendo il terriccio
potatura: E’ bene asportare le infiorescenze sfiorite sia per questioni di fitosanità sia per stimolare una maggiore emissione di fiori. Prima di andare in riposo si può praticare una potatura di riduzione
avversità: Possono essere soggetti a marciumi vari o funghi dovuti ad eccessiva umidità
piccoli consigli: Quando si annaffia non bagnare i fiori, ed evitare i ristagni d’acqua. Eliminare i fiori appassiti ed, infine, ricordiamo che durante tutta la coltivazione le piante devono essere spaziate adeguatamente, per non compromettere una buona formazione e le foglie laterali
curiosità
storia: Il genere Pelargonium appartiene alla famiglia Geraniaceae, che comprende altri dieci generi. La caratteristica che accomuna tutti questi generi è il tipico frutto allungato (uno schizocarpo con cinque singoli loculi, detti pericarpi, contenenti ognuno un seme) che ricorda la testa di un uccello. Proprio dalla forma del frutto derivano i nomi, mutuati dal greco, di alcuni di questi generi: Pelargonium da pelargos, che significa cicogna, Geranium da geranos, che significa gru, Erodium da erodos, che significa airone. Il genere Pelargonium comprende circa 200 specie, la maggior parte delle quali è originaria del Sud Africa, nella Provincia del Capo, mentre poche altre sono originarie dell’africa tropicale, della Siria, dell’australia e di alcune isole dell’oceano Indiano. Le prime notizie su questo genere risalgono al XVII secolo. I pelargoni del Capo attrassero l’attenzione di numerosi viaggiatori che si trovarono a transitare per quella regione durante le esplorazioni delle coste dell’africa. A partire dal 1600 il Capo di Buona Speranza rappresentò un approdo per i vascelli che facevano rotta verso l’estremo oriente; qui ci si riforniva di acqua potabile e di tutto ciò che era necessario al lungo viaggio. Spesso l’equipaggio comprendeva naturalisti incaricati di compiere esplorazioni scientifiche e raccogliere esemplari botanici e zoologici, che venivano poi inviati ai musei e giardini botanici europei. Nel 1802 la Colonia del Capo diventò inglese e da quel momento giunsero in Gran Bretagna un gran numero di esemplari, ormai molto richiesti anche grazie al ricorso della coltivazione in ambiente protetto e al perfezionamento delle tecniche di ibridazione, che permisero di ottenere numerose nuove varietà. I pelargoni raggiunsero l’apice del successo nell’epoca vittoriana e la loro popolarità perdurò fino all’inizio della prima guerra mondiale, quando, in Inghilterra, fu proibita la coltivazione delle piante ornamentali in serra. Anche nel resto dell’Europa ci si interessò a queste piante, in particolare in Francia, dove furono introdotte numerose varietà da Lemoine e Bruant, e in Germania grazie all’opera di Burger e Faiss. I pelargoni, oltre ad essere ancora oggi popolarissime piante ornamentali, hanno anche altri impieghi: P. radens, P. graveolens, P. capitatum e P. odoratissimun sono usati per la produzione di olii essenziali (geraniolo e citronella) spesso usati in sostituzione di quelli, molto più costosi, ottenuti dalle rose, mentre sono note da tempo le proprietà curative contro la dissenteria e le ulcere dell’apparato digerente di altre specie, tra cui P. triste e P. antidysentericum
ambiente: La caratteristica di questo gruppo è l’odore intenso sprigionato dalle foglie. La superficie di queste è infatti ricoperta da una miriade di peli, alla base dei quali si trovano delle piccole ghiandole contenenti gli oli essenziali che danno profumo alla pianta. Molti gerani odorosi sono delle specie botaniche, cioè piante da sempre esistenti in natura. Altri gerani odorosi sono invece ibridi creati dall’uomo. Nei mesi caldi il suo profumo, oltre a rendere piacevole l’ambiente, si rivelerà un sistema efficace per tenere lontano le fastidiosissime zanzare. E se poi la barriera antizanzara per qualche motivo non dovesse funzionare e qualche insetto dovesse pungervi, ricordate che le foglie di geranio sono un rimedio ideale per prevenire l’infiammazione, basta solo applicarle sulla parte interessata
arte: Nel linguaggio dei fiori, il geranio rosso fiamma dice: “mi sei di conforto”; il rosa”ti preferisco”; quello a cinque macchie svela un senso di umiliazione; lo scarlatto, la stupidità; mentre il nostro Gerani Edera simboleggia una propensione ai rapporti stabili.