In questa guida spieghiamo come coltivare Geranio Edera e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Pelargonium peltatum
famiglia: Geraniaceae
breve descrizione: Questa specie presenta fusti prostrati e sarmentosi e foglie non pelose con cinque lobi e margine intero, di una forma simile a quella dell’edera. Presenta delle infiorescenze ad ombrella di colore variabile: lilla, rosa, rosso e bianco. Se coltivato in pieno sole produce moltissimi fiori. Esistono delle varietà con fiori bicolore e fogliame variegato.
durata: Annuale o biennale
periodo di fioritura: Inizia a fiorire verso marzo fino a circa fine ottobre
area di origine: Sud Africa
clima: Temperato
uso: Pianta ornamentale sia da esterno sia da appartamento. Può essere coltivato in vasi sospesi, facendo ricadere intorno i rami, oppure in terra, con i rami disposti su graticci.
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Durante tutta la coltura le piante vanno tenute in ambiente luminoso e poco umido, sopportano molto bene anche il pieno sole, in particolare in zone dal clima secco e ventilato. Per favorire una crescita compatta e ben formata, non si ombreggia in autunno e in inverno. L’ombreggiamento si renderà necessario da marzo in poi, in giornate molto calde, per evitare l’appassimento delle foglie e per conseguenza, macchiature o essiccamenti. In questi giorni l’ombreggiamento non deve essere continuo, ma ristretto alle ore più calde. Ombreggiando oltre si ritarda la fioritura.
temperatura: E’ una specie che sopporta molto bene le basse temperature, a differenza degli altri gerani, tanto che può sopravvivere anche a temperature rigide. Meglio non scendere sotto gli 0 gradi.
substrato: Si usa un terriccio composto prevalentemente da sostanza organica. La messa a dimora si effettua in maggio, un terreno consigliato può essere: 2/3 di terra da giardino e 1/3 di torba.
irrigazione: Dopo l’invasatura l’assorbimento d’acqua delle differenti varietà o anche di singole piante può essere molto diverso; quindi nei primi 15 giorni, l’irrigazione va eseguita con molta cura, evitando di bagnare le piante già umide. Durante la fase di bottonamento a basse temperature, l’irrigazione va eseguita senza bagnare la vegetazione per evitare l’insorgere di Botrytis. In primavera, con l’aumento della luminosità, si aumentano le irrigazioni per evitare stress da siccità. Durante l’inverno mantenere il substrato appena umido.
concimazione: E’ consigliabile partire con un terriccio solo leggermente concimato per poi seguire la crescita della pianta aumentando le concimazioni. Si interrompe la concimazione prima dell’inizio della fioritura. Durante la coltivazione si usano concimi N: P: K bilanciati, da febbraio in poi si passa a concimi con P e K più elevati. Può essere adatta anche una concimazione con 10 g di concime complesso per decalitro di acqua nel periodo primaverile ed estivo.
propagazione: La moltiplicazione avviene sia per seme sia per talea: il primo metodo permette di avere nuovi ibridi, mentre per conservare le caratteristiche della pianta madre si ricorre esclusivamente alla talea. Dopo la radicazione delle talee è necessario rinvasare e cimare per favorire i getti laterali. Le nuove piante fioriranno dopo 3 mesi circa.
rinvaso: A fine primavera, verso la fine di aprile o inizio maggio, potando decisamente la pianta e sostituendo il terriccio
potatura: E’ bene asportare le infiorescenze sfiorite sia per questioni di fitosanità sia per stimolare una maggiore emissione di fiori. Prima di andare in riposo si può praticare una potatura di riduzione
avversità: Possono essere soggetti a marciumi vari o funghi dovuti ad eccessiva umidità
piccoli consigli: Quando si annaffia non bagnare i fiori, ed evitare i ristagni d’acqua. Eliminare i fiori appassiti ed, infine, ricordiamo che durante tutta la coltivazione le piante devono essere spaziate adeguatamente, per non compromettere una buona formazione e le foglie laterali
curiosità
storia: Il genere Pelargonium appartiene alla famiglia Geraniaceae, che comprende altri dieci generi. La caratteristica che accomuna tutti questi generi è il tipico frutto allungato (uno schizocarpo con cinque singoli loculi, detti pericarpi, contenenti ognuno un seme) che ricorda la testa di un uccello. Proprio dalla forma del frutto derivano i nomi, mutuati dal greco, di alcuni di questi generi: Pelargonium da pelargos, che significa cicogna, Geranium da geranos, che significa gru, Erodium da erodos, che significa airone. Il genere Pelargonium comprende circa 200 specie, la maggior parte delle quali è originaria del Sud Africa, nella Provincia del Capo, mentre poche altre sono originarie dell’africa tropicale, della Siria, dell’australia e di alcune isole dell’oceano Indiano. Le prime notizie su questo genere risalgono al XVII secolo. I pelargoni del Capo attrassero l’attenzione di numerosi viaggiatori che si trovarono a transitare per quella regione durante le esplorazioni delle coste dell’africa. A partire dal 1600 il Capo di Buona Speranza rappresentò un approdo per i vascelli che facevano rotta verso l’estremo oriente; qui ci si riforniva di acqua potabile e di tutto ciò che era necessario al lungo viaggio. Spesso l’equipaggio comprendeva naturalisti incaricati di compiere esplorazioni scientifiche e raccogliere esemplari botanici e zoologici, che venivano poi inviati ai musei e giardini botanici europei. Nel 1802 la Colonia del Capo diventò inglese e da quel momento giunsero in Gran Bretagna un gran numero di esemplari, ormai molto richiesti anche grazie al ricorso della coltivazione in ambiente protetto e al perfezionamento delle tecniche di ibridazione, che permisero di ottenere numerose nuove varietà. I pelargoni raggiunsero l’apice del successo nell’epoca vittoriana e la loro popolarità perdurò fino all’inizio della prima guerra mondiale, quando, in Inghilterra, fu proibita la coltivazione delle piante ornamentali in serra. Anche nel resto dell’Europa ci si interessò a queste piante, in particolare in Francia, dove furono introdotte numerose varietà da Lemoine e Bruant, e in Germania grazie all’opera di Burger e Faiss. I pelargoni, oltre ad essere ancora oggi popolarissime piante ornamentali, hanno anche altri impieghi: P. radens, P. graveolens, P. capitatum e P. odoratissimun sono usati per la produzione di olii essenziali (geraniolo e citronella) spesso usati in sostituzione di quelli, molto più costosi, ottenuti dalle rose.
ambiente: Molti gerani odorosi sono delle specie botaniche, cioè piante da sempre esistenti in natura. Altri gerani odorosi sono invece ibridi creati dall’uomo. Nei mesi caldi il suo profumo, oltre a rendere piacevole l’ambiente, si rivelerà un sistema efficace per tenere lontano le fastidiosissime zanzare. E se poi la barriera antizanzara per qualche motivo non dovesse funzionare e qualche insetto dovesse pungervi, ricordate che le foglie di geranio sono un rimedio ideale per prevenire l’infiammazione, basta solo applicarle sulla parte interessata
letteratura e mitologia: Una leggenda araba narra che il profeta Maometto, dopo un’intensa giornata di sermoni, lavò il suo abito stendendolo al sole sopra delle piantine di Malva. Quando lo riprese, si accorse che le piantine si erano trasformate in magnifici Gerani.
arte: Nel linguaggio dei fiori, il geranio rosso fiamma dice: “mi sei di conforto”; il rosa”ti preferisco”; quello a cinque macchie svela un senso di umiliazione; lo scarlatto, la stupidità; mentre il nostro Gerani Edera simboleggia una propensione ai rapporti stabili.