In questa guida spieghiamo come coltivare Gelso Bianco e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
DATI GENERICI
ESPOSIZIONE pieno sole
STAGIONE fiorita: primavera
FORMA albero
CLIMA frugale e rustica, resiste discretamente al freddo; s’incontra dalla pianura fino a 800 m di altitudine
DURATA perenne
DIMENSIONE media
AREA ORIGINE e’ una specie originaria dell’Asia centrale e orientale.
CURIOSITA’
ARTE
usato anche come specie da bonsai
DESCRIZIONE GENERALE
Albero alto fino a 15 m, Chioma densa, con foglie verde scuro, lucide superiormente, più chiare inferiormente. Il frutto è bianco o appena rosato, il suo nome specifico è sorosio .
ESPOSIZIONE
pieno sole
FIORITURA
I fiori maschili sono disposti in spighe cilindriche di 2-4 cm, peduncolate, quelli femminili in glomeruli ovoidali. Nascono presso l’ascella della foglia in aprile .Il frutto e’ carnoso color giallastro bianco con sapore dolciastro
CONCIMAZIONE
concimare con moderazione
IRRIGAZIONE
da marzo a ottobre è bene fornire acqua in quantità moderata, ma frequentemente, poichè i gelsi gradiscono una elevata umidità del terreno, avendo cura di nebulizzare le foglie con acqua distillata
POTATURA
La potatura di produzione viene eseguita con criteri vari conseguenti al sistema di allevamento del baco da seta, ma generalmente consiste in un semplice taglio netto e rasente al tronco o alla “testa di moro” dei rami frondosi.
MALATTIE
non teme malattie, ma i bruchi ne divorano l’intera chioma. Bisogna porre attenzione nel caso dei bonsai
PARTICOLARITÀ
E’ una pianta molto longeva, può vivere fino a 100-150 anni. L’apertura delle gemme è tardiva
TEMPERATURA
clima temperato, resiste anche a temperature molto basse
RINVASO
Il rinvaso si effettua in autunno, quando i frutti sono già maturati, ogni due anni.
SUBSTRATO
fertile, ben drenato, con aggiunta di pietra pomice sul fondo
PROPAGAZIONE
La propagazione per seme seguita da innesto è la più consigliabile, solamente eccezionalmente si ricorre alla moltiplicazione per propaggine o per talea
LETTERATURA
Il nome del genere è quello che utilizzavano i Romani. Dal latino “morus celsa”, moro alto in contrapposizione alla mora di rovo.