In questa guida spieghiamo come coltivare Cyathea Cooperi e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
Genere: Cyathea
Specie: cooperi
Nome comune: Felce arborea
Coltivazione
In piena terra
In un posto ampio, spaziosissimo, centrale e riparato dai venti freddi invernali e da quelli torridi e secchi estivi. Preferisce la penombra. L’ideale è metterla a nord, a ridosso di un muro alto, oppure sotto degli alberi spoglianti. In modo tale che in estate sia garantita un pò più di semi-ombra.
In vaso
All’esterno, al riparo dei venti freddi invernali e da quelli torridi e secchi estivi, sotto un patio o le fronde di altre piante.
Risulta essere consigliabile innaffiare a pioggia da sopra. In inverno anche una volta ogni due giorni, in estate anche 2 volte al giorno.
Rusticità
Zona USDA: 9 – 10 (anche fino a zona 8, con opportune protezioni invernali)
Propagazione
Raccolta delle spore
Gli sporangi che si sviluppano nella parte inferiore delle fronde inizialmente sono di colore verde e gradualmente diventano marrone, nere, o gialle. Gli sporangi maturi, quando sono pronti per il rilascio delle spore, si riconoscono perché assumono un colore ancora più intenso. Dopo il rilascio delle stesse, diventano leggermente raggrinziti (sembrano arricciare) e sono lievemente più pallidi.
Per raccogliere le spore, prima che siano rilasciate e diffuse nell’ambiente, bisogna mettere una porzione delle fronde con sporangi maturi in una busta possibilmente bianca e fare asciugare per circa due giorni, a temperatura ambiente in un posto asciutto. Se le spore sono mature, dopo pochi giorni (in base all’umidità) dovrebbero cadere sul foglio di carta. La maggior parte delle spore si saranno staccate dalle loro sporangi e saranno visibili sul foglio bianco. Se necessario, spore aggiuntive potranno essere ottenute strofinando leggermente le fronde con un pennello. Un metodo alternativo è quello di inserire le fronde dentro fogli di giornale: mettere il giornale tra due pezzi di cartone e mettere un libro di medie dimensioni sul cartone posto in alto. Lo scopo del cartone è di appiattire le fronde ma anche quello di permettere all’aria di raggiungere le fronde. Queste non devono essere pressate così fortemente da permettere all’umidità di evaporare, altrimenti si rischia che gli sporangi non si aprano e che le spore siano distrutte dai batteri e dai funghi.
In entrambi i metodi, la divisione delle spore dagli sporangi e da altre impurità, avviene inclinando leggermente la carta e, tenendola con una mano, prendere una penna con l’altra mano e dare dei colpetti sul retro del foglio. Picchiettando sul foglio inclinato, le spore restano dietro e la polvere passa avanti (grazie al fatto che le fibre della carta trattengono le piccole spore più fortemente che la polvere), quest’ultima sarà buttata via dal foglio più velocemente delle spore. A questo punto ci si sarà sbarazzati della polvere ed il gioco è fatto.
Una migliore separazione può essere fatta filtrando la miscela attraverso fori da 40 micron (c’è sempre qualcuno che odia i metodi troppo empirici, vero?!).
Le specie con spore verdi devono essere seminate al massimo entro due giorni dal momento in cui sono tolte dalla busta. Le spore di tutte le altre specie sono invece utilizzabili anche per un anno o più. Il loro uso può essere prolungato nel tempo se le spore sono tenute in frigorifero.
Preparazione del terreno di semina
Si usa una mistura 50-50 di un volume asciutto e non compresso di torba e di sabbia lavata con granuli di 1/16 pollici. Quest’ultima può essere sostituita da Perlite sminuzzata della stessa grossezza, perché ha anche i seguenti vantaggi: trattiene l’acqua, riflette la luce, potrebbe avere meno contaminanti della sabbia e normalmente si frantuma invece di ammaccarsi o far crespate il terreno. A volte si aggiunge 1/16 di cucchiaio da tè di terra di dolomite per tazza di torba per compensare la sua acidità. Dopo aver aggiunto acqua di rubinetto (circa il 50 % del volume totale della parte secca), si sterilizza usando le microonde (4 minuti per tazza di miscela in un forno a 800 Watt) o pentola a pressione (25 minuti a 15 psig). È importantissimo sterilizzare la miscela del terreno su cui fare germinare le spore, per uccidere le spore estranee o i funghi e altre piante che potrebbero germinare e competere con i protalli in crescita. Anche il versare acqua bollente sul terreno funziona bene.
Preparazione dei contenitori per la semina
E’ fondamentale lavare bene i contenitori e gli utensili per la semina. Qualunque contenitore di vetro o plastica coperto con un foglio di plastica funziona comunque bene. Si possono usare anche dei contenitori per esche da pesca. Il vantaggio del vetro è che il terreno può essere sterilizzato mentre è nel contenitore.
Tutto l’equipaggiamento deve essere disinfettato usando il riscaldamento o la varechina. Se il contenitore può resistere al calore (non è il caso del contenitore per esche da pesca), bollire per cinque minuti. Se così non fosse, immergere nella soluzione al 10 % di varechina per 30 minuti e risciacquare con acqua precedentemente bollita.
Preparazione della superficie di semina
Trasferire il terreno nei contenitori per semina e riempire ogni contenitore con circa 1/4 pollice di terreno. Se il terreno è tiepido mentre lo trasferisci nel contenitore, la condensa può aiutare a prevenire contaminazione. E’ la migliore cosa da fare quella di portare i contenitori in un luogo ove le spore non possano “volare”. Preparare una piattaforma di semina pulendo con varechina al 10 %. Tenere le seguenti cose a portata di mano: due pennelli, una spatola di tre pollici, un foglio di carta per pulire morbida tagliata in due quadrati, e un phon. Le spore necessitano di una pellicola sottile di superficie umida su cui stare in sospensione in modo da completare il processo di riproduzione, perciò la superficie di semina deve essere pressata molto fermamente.
Semina delle spore
Usare la spatola o il pennello per spazzolare le spore all’interno del contenitore di semina. Le spore non devono essere coperte. Assicurarsi che il contenitore della semina non rimanga aperto per più di pochi secondi. Usare il phon (magari a 250 °F) per pulire la spatola e/o il pennello tra una semina e l’altra. Una volta seminato il contenitore dovrebbe essere coperto con un foglio di plastica o vetro (lasciando un po’ di spazio d’aria) e tenuto a 20°C alla luce diffusa, ma non al buio. Le spore germinano in circa 2-6 settimane.
Nascita delle piantine
Tenere il contenitore delle spore al caldo. Si possono tenere tra 60° e 80° F mettendoli a circa un piede o due da una luce di 40 W fredda o calda e fluorescente con un riflettore dipinto di bianco. Tale luce può essere utilizzata 24 ore su 24, oppure può essere spenta durante le ore calde per far scendere la temperatura. È essenziale che il compost rimanga sempre umido; se il contenitore è sigillato non è necessario aggiungere acqua frequentemente. I contenitori d’esche da pesca sono per lo più aerati. Potrebbe essere sufficiente dare acqua ogni due mesi., se così non fosse, miscelarla con acqua distillata. Se la crescita è ingiallita, aggiungere fertilizzante ricco di nitrogeno. I protalli spuntano dopo circa 2-4 settimane (6 mesi al massimo per certe specie).
Le prime fronde (sporofite) spuntano dopo circa 6-12 settimane (dopo circa un anno per certe specie). Dato il fabbisogno costante d’acqua delle felci, si può miscelare il fertilizzante con acqua distillata quando le piantine sono alte circa 1/8 pollici.
Trapianto delle piantine
Quando i protalli saranno formati e ben sviluppati, potranno essere trapiantati aiutandosi con delle pinzette. Ripicchettarli in tal modo in piccoli vasetti da 0.75 pollici quadrati, con torba e terreno da travaso, e tenerle così in un contenitore coperto con vetro o plastica, o ancora meglio, dentro una mini-serra da 11 x 22 x 2.5 pollici. E quindi lasciarle così, fintanto che non appaiono le fronde.
Le piccole felci non devranno essere subito esposte alla luce diretta e bisogna controllare spesso che non si sviluppino muschio e/o alghe.
Successivi trapianti potrebbero effettuarsi su terreno anche meno fine e con materiale organico. La miscela deve drenare bene. Materiali come sabbia di fiume e carbone della misura di un sassolino di ghiaia possono essere adatti allo scopo.
Sviluppo ed acclimatizzazione delle piantine
Iniziare ad acclimatarle rimuovendo a poco a poco la copertura in modo da far scendere l’umidità al 60-80 %.
Dopo il primo anno le piantine non richiederanno più tecniche di coltivazione asettiche e potranno essere trattate come piante adulte.