In questa guida spieghiamo come coltivare Falso Gelsomino e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Trachelospermum jasminoides
famiglia: Apocynaceae
breve descrizione: Arbusto rampicante che può raggiungere i 3-4 m di altezza. Presenta fusti sottili, rampicanti o ricadenti, che portano le grandi foglie composte, verde scuro, trifogliate e a lamina ellittica lunga 1 cm. I fiori, secondo la specie, sono bianchi, gialli o rosati, sempre numerosi e molto profumati, composti da 5 petali. Il più diffuso in Occidente è il Jasminum officinale, con le foglie caduche, lanceolate, accuminate sulla punta ed il fiore bianco a cinque petali dal soave profumo. La specie J.grandiflorum può essere coltivata in appartamento.
durata: Perenne
periodo di fioritura: Secondo la specie la fioritura può essere invernale, primaverile o estiva. Il J.officinale fiorisce in primavera, all’ascella fogliare sbocciano infatti racemi costituiti da alcuni fiori a stella, di colore bianco o bianco-rosato, intensamente profumati.
area di origine: E’ una pianta originaria del Medio ed Estremo oriente nonchè dell’America Meridionale
clima: Temperato
uso: I Jasminum vengono utilizzati come piante ornamentali, in piena terra, nei giardini, come arbusti isolati, o per rivestire muri, recinzioni, pergolati. Nelle regioni a clima invernale rigido le specie meno rustiche vengono coltivate in vaso con appositi sostegni circolari assumendo la forma di piccolo cespuglio alto circa 1 m, per decorare terrazzi o appartamenti.
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Da posizionare in zona luminosa e soleggiata, al riparo dal vento; per la coltivazione in vaso, vicino ad una finestra luminosa.
temperatura: In genere i gelsomini possono sopportare brevi periodi di freddo intenso, ma nelle regioni con inverni freddi è consigliabile coltivare queste piante in luogo riparato, evitando temperature inferiori ai -5°C per periodi molto prolungati. In autunno riparare il piede della pianta con foglie secche, per evitare che il terreno geli in profondità. Gli esemplari coltivati in ambienti interni devono vivere ad una temperatura che varia tra i 10°C ed i 14°C. in inverno e fino ai 22°C. durante l’estate.
substrato: Nonostante l’aspetto delicato i gelsomini sono piante che si sviluppano senza problemi in qualsiasi terreno, prediligendo comunque substrati ricchi di humus e torba, soffici e molto ben drenati, per cui si consiglia di aggiungere della sabbia per migliorarne il drenaggio
irrigazione: Mantenere il terreno abbastanza umido in estate evitando i ristagni d’acqua e anche la siccità. Negli altri periodi devono essere frequenti dal momento del trapianto ad attecchimento avvenuto e poi moderate in seguito. Il gelsomino può sopportare, infatti, anche periodi di aridità abbastanza prolungati; in periodi primaverili particolarmente siccitosi è consigliabile stimolare la fioritura con sporadiche annaffiature
concimazione: Non richiede concimi particolari
propagazione: Il sistema migliore è quello tramite talee: di legno semimaturo, lunghe 7-10 centimetri circa, provviste di una porzione del ramo portante. Andranno interrate in un miscuglio in parti uguali di torba e sabbia, alla temperatura minima di 8-10 °C e, una volta radicate, messe a dimora. La propagazione è possibile anche tramite propaggine
rinvaso: A seconda della specie verso fine febbraio-marzo
potatura: Come tutte le specie rampicanti ha bisogno di essere contenuta nelle dimensioni tramite potatura. Si effettua in primavera asportando i germogli che fanno perdere la forma della pianta e quelli più deperiti. Agevolare la crescita con canne o archetti. Dopo la rinvasatura si procede ad una leggera potatura per favorire la crescita dei germogli laterali.
avversità: Per le piante collocate in posizioni riparate i maggiori rischi derivano soprattutto da afidi e cocciniglie; inoltre, un’eccessiva umidità nel periodo della ripresa vegetativa può favorire la comparsa della muffa grigia.
piccoli consigli: In vaso necessita di un tutore come sostegno. D’inverno porre in posizioni riparate, protetto con tende e stuoie. Evitare anche i ristagni d’acqua e la siccità prolungata. Per le specie più rustiche non ci sono particolari difficoltà di coltivazione.
curiosità
storia: Sono state ritrovate tracce antichissime di gelsomino in Egitto; piccolissimi frammenti sono stati rilevati sulla mummia di un faraone nella necropoli di Deir-el-Bahri. Il Gelsomino, originario del Malabar nelle Indie Orientali, fu importato nell’Europa dai navigatori spagnoli in epoca non ben precisata fra il 1524 ed il 1528. Ma in Italia sembra però che esistesse anche prima di quel tempo, e ne fa prova una figura di tal fiore ben disegnata e colorita che si trova nel Codice lasciatoci dal Rinio “Liber de Simplicibus” scritto nel 1415. Forse il Gelsomino ebbe nei suoi primi tempi la sorte comune con tanti altri fiori, infatti fu o poco conosciuto o poco apprezzato. Il primo ad averne qualche esemplare fu Cosimo I de’ Medici, detto il “Gran diavolo”: si invaghì tanto di questo fiorellino, che volendo esserne l’unico possessore, proibì severamente ai suoi giardinieri di regalarne anche una sola pianta e di riprodurlo in molti esemplari. L’ordine granducale fu scrupolosamente rispettato per molti anni. Alla fine un giovane giardiniere, volendo presentare un ricco e gentil dono alla propria fidanzata nel giorno del suo onomastico, pensò di offrirle un ramoscello di Gelsomino. La giovane gradì moltissimo; dolente che un così bello e raro fiore dovesse avvizzire così presto, lo mise in terra per conservarlo fresco più lungamente. Ottenne più di quanto sperasse. Il Gelsomino restò verde per tutto l’anno e nella seguente primavera gettò nuovi germogli e nuovi fiori. Assoggettato a miglior coltura si fece più robusto e diede rigogliosi polloni che costituirono altrettante piante. Divenne il padre, se non di tutti, almeno di buona parte dei Gelsomini che possediamo! Il ricavo della vendita di queste pianticelle fu tanto cospicuo, che i poveri amanti divennero ben presto sposi doviziosi e felici. Da quel tempo le giovinette toscane usarono portare nel dì delle nozze un mazzetto di gelsomini, in memoria di tale avvenimento. In Toscana ancora oggi si dice che ” ragazza degna di portare quel mazzolino è ricca abbastanza per fare la fortuna del marito”
medicina: Si impiega come sedativo mettendo sali profumati al gelsomino nell’acqua del bagno. Agisce sull’attività celebrale e psichica, rendendo il carattere più fermo e costruttivo.
cucina: Con i fiori di gelsomino è possibile preparare confetture a base di brandy
letteratura e mitologia: Secondo una credenza araba il paradiso è profumato al gelsomino, infatti, questo fiore simboleggia l’amore divino.
arte: Nel medioevo non vi fu chiostro di convento o di monastero che non ospitasse questa bella pianta simbolo e immagine dell’immortalità. In Spagna è l’emblema della sensualità. Ogni specie di Gelsomino, secondo il colore della fioritura, esprime un diverso stato d’animo o desiderio. Il bianco è segno di amabilità mentre il giallo di felicità. Nel caso di timidezza, si può portare in dono alla propria amata un Gelsomino notturno che è l’emblema della timidezza. Quando l’amore sarà conquistato si passa al Gelsomino rosso delle Indie che comunica il desiderio di accarezzarsi. In fine, dopo la prima notte d’amore, si regalerà il Gelsommino giallo, simbolo della felicità.