In questa guida spieghiamo come coltivare Coffea Arabica e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Coffea arabica
famiglia: Rubiaceae
breve descrizione: Arbusto o piccolo albero sempreverde. Nel suo habitat naturale raggiunge gli 8 metri, in vaso, invece, la sua crescita si contiene tra 1 e 2 m. E’ un arbusto dall’aspetto frondoso, con foglie lucide, cuoiose, verde molto scuro, ovali, allungate e ondulate ai margini, con picciolo corto. In condizioni ambientali ottimali può fiorire anche in casa; i fiori sono bianchi, stellati, gradevolmente profumati, sbocciano riuniti in grappoli all’ascella delle foglie. Superata l’età di almeno sei anni può produrre dei frutti rossi: sono drupe che contengono due semi, i quali, tostati, si utilizzano per preparare la bevanda di caffè; maturano solitamente a partire dall’autunno, ma è facile trovare sulla stessa pianta boccioli e frutti a diversi stadi di maturazione.
durata: Perenne
periodo di fioritura: Il periodo per la fioritura sono i mesi estivi.
area di origine: Africa. Originariamente proveniva dagli altopiani Etiopi. Con il tempo, le esigenze commerciali ne hanno diffuso la coltivazione in gran parte delle zone tropicali, dal Sud America all’India.
clima: Tropicale
uso: l’uso principale è la coltivazione per la produzione della bevanda, ma può anche avere scopi ornamentali, infatti viene coltivata come pianta d’appartamento che durante l’estate può essere tenuta all’aperto. La coltivazione in esterno è possibile solo nelle zone a clima tropicale.
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Ama posizioni molto luminose, ma non deve essere esposta alla luce diretta dei raggi solari che, soprattutto se filtrati dai vetri di una finestra, possono scottarne le foglie, causando antiestetiche macchie di colore bruno opaco. Non ama particolarmente l’esposizione al vento ed alle correnti d’aria in generale. Durante la stagione estiva, se possibile, è opportuno portarla all’esterno, ad esempio su un balcone.
temperatura: Per favorirne la crescita rigogliosa sarebbe meglio mantenerla, sia in estate sia in inverno, a temperature quanto più prossime ai 20°C
substrato: Non ha particolari esigenze di terreno, cresce bene in un normale terriccio universale, anche se non gradisce particolarmente i suoli calcarei. L’ideale è un terreno misto di torba e sabbia.
irrigazione: Da marzo ad ottobre è opportuno fornire alla pianta quantità abbondanti di acqua, senza inzuppare, però, il terreno; volendo si possono anche nebulizzare le foglie nei periodi più caldi, in modo da garantire un clima umido; nei mesi più freddi si deve diminuire la quantità d’acqua somministrata regolandosi con il calo della temparatura.
concimazione: E’ bene aggiungere del concime universale all’acqua delle annaffiature ogni due settimane in primavera ed estate, mentre in autunno e inverno si aggiunge solo una volta al mese. Quando la pianta è adulta questo accorgimento favorirà la comparsa dei fiori in estate.
propagazione: Avviene per semina, all’inizio della primavera, in contenitori riempiti con un composto di torba e sabbia; vanno mantenuti umidi, in luogo riparato e ad una temperatura intorno ai 28°C. Quando avviene la germinazione, bisogna aumentare l’illuminazione e diminuire la temperatura ed il tasso di umidità. Quando le piantine sono maneggiabili, ed è passato almeno un anno, si trasferiscono in vaso. Si possono far radicare in torba e sabbia anche le talee, a radicazione avvenuta si spostano in vasi singoli e, l’anno successivo si possono porre a dimora.
rinvaso: Essendo una pianta che può crescere molto è meglio assicurarle un vaso di giuste dimensioni, e assecondarne la crescita cambiando il contenitore ogni anno, mantenendo lo stesso terriccio, possibilmente all’inizio della primavera, prima della ripresa vegetativa.
potatura: Eliminare le foglie secche o danneggiate
avversità: Il caffè è una pianta che resiste bene alla maggior parte delle malattie. Talvolta può venire attaccata dalla cocciniglia e dagli afidi, ma non succede molto spesso. Bruciature nelle foglie possono essere provocate dalla luce diretta del sole troppo intensa. Eccessi o carenze idriche possono provocare marciumi o diseccamenti. Talvolta si manifesta la clorosi ferrica che si combatte con prodotti a base di chelati di ferro.
piccoli consigli: Evitare bruschi sbalzi di temperatura, non esporre a spifferi d’aria fredda e a fonti di calore artificiali.
curiosità
storia: La pianta di coffea arabica è originaria della regione Caffa, in Abissinia, da cui giunse nello Yemen e successivamente alla Mecca e Medina, dove prese il nome di Qahvaè. La bevanda solare che si ricava dai semi della pianta del Caffè, piacque moltissimo agli Arabi, che la usarono come sostituta di altre bevande fermentate, a loro proibite dal Corano. I pellegrini la diffusero rapidamente in ogni luogo facendola credere originaria dell’Arabia. Da questo fatto deriva anche il suo nome specifico Arabica. Nel Medioevo non si sapeva quasi nulla del caffè in occidente, questo aroma fece la sua comparsa in Europa nel XVI sec. e la sua larga diffusione si fa risalire alla sconfitta delle truppe turche in assedio a Vienna nel 1683. I Turchi, ritirandosi, lasciarono grandi quantità di caffè agli Austriaci, che cominciarono così ad apprezzare il gusto di questa bevanda. I turchi stessi la usavano come bevanda eccitante per mantenersi svegli. E’ proprio in Austria che vengono aperte le prime caffetterie, dove, oltre al caffè, si servivano dolci e bevande. Questi locali troveranno la loro massima diffusione nel XVIII sec. con i famosi Caffè di Vienna, Parigi e Venezia, diventando luoghi di delizie, ma anche di incontri e scambi, riservati all’ozio e al piacere. Nel 1700 la pianta del caffè venne introdotta in Sud America, in particolare in Brasile, dove trovò il suo habitat ideale, tanto che questa coltivazione è diventata la principale risorsa economica del Paese. Oggi il caffè viene prodotto in tutta la fascia tropicale di Africa, America e Asia, ed il suo consumo è largamente diffuso. In Italia, in particolare, ha assunto l’importanza di un rito. Nella città di Napoli la bevanda venne trasformata e migliorata con la celebre invenzione della caffettiera “napoletana”.
ambiente: Le condizioni colturali, ambientali e l’altitudine possono influenzare l’aroma della bevanda che si ricava dalla pianta ed anche le sue proprietà. Il caffè migliore si ottiene dalle piantagioni situate sopra i 1800 metri di altitudine. per una migliore conservazione del caffè macinato, è consigliabile mantenere il prodotto in luogo fresco, anche in frigorifero. Il freddo impedisce agli oli volatili, che donano al caffè aroma e sapore, di ossidarsi.
medicina: Il caffè contiene diversi eccitanti, non solamente la caffeina, la cui influenza è preminente, ma anche acido clorogenico, colina, ed alcune basi piridiniche. La caffeina agisce sul sistema nervoso centrale accellerando i processi ideativi e facilitando e prolungano il rendimento intellettuale e muscolare. Migliora anche la capacità di coordinare i movimenti e riduce la sensazione di stanchezza. Ha la capacità di elevare il tono del cuore ed eccitare la funzione respiratoria, effettuando anche un’azione diuretica. Naturalmente non deve essere consumata in dosi eccessive. Si consiglia di evitare di assumerlo a stomaco vuoto, in queste condizioni infatti, favorisce un’ipersecrezione gastrica che può essere fastidiosa.
cucina: Il caffè è una bevanda ottenuta dalla torrefazione e macinazione dei semi della Coffea arabica. In passato, la tostatura veniva effettuata in tamburi perforati posti sopara ad una fiamma lenta a gas. Oggi è un procedimento molto più veloce; viene effettuata alla temperatura di 270°C. per 130 sec. La quantità di caffeina contenuta in un caffè può variare enormemente e dipende da diversi fattori, tra i quali, ad esempio, la miscela utilizzata. Anche la modalità di preparazione del caffè influisce sulla quantità contenuta: il caffè espresso ha il più basso contenuto di caffeina, rispetto agli altri sistemi di preparazione (caffè filtro, turco, moka ecc.) Il brevissimo tempo di estrazione che si ha con l’espresso, infatti, non consente lo scioglimento di tutta la caffeina contenuta nel chicco macinato. Una tazzina di caffè espresso con una miscela di sola Arabica, ad esempio, ha un contenuto di caffeina inferiore a 100 mg. Per una miglior conservazione del caffè macinato si consiglia di conservarlo in frigorifero. Le basse temperature conservano meglio gli oli volatili, che sono quelli che ne determinano l’aroma ed il gusto.
letteratura e mitologia: Carlo Goldoni fù l’autore di due splendide commedie a tema, “la bottega del caffè” e “la sposa Persiana”, nella secoda la schiava Curcuma dava al suo padrone la ricetta del caffè in versi. Nel 1764, i fratelli Pietro ed Alessandro Verri fondarono un periodico, “il caffè ossia brevi e vari discorsi” che diventò uno dei punti di riferimento della cultura illuministica italiana. Il caffè viene consumato come bevanda in Occidente da circa trecento anni, ma la scoperta delle sue doti in Oriente si perde nei diversi racconti leggendari. Una leggenda narra che l’arcangelo Gabriele, avrebbe donato a Maometto, che si stava assopendo, una bevanda ricavata dalla pianta del caffè. Al Profeta bastò qualche sorso per riprendersi. Si narra che si sentì così vigoroso da disarcionare 40 uomini ed appagare 40 donne. Una seconda leggenda, ambientata verso la metà del 1250, narra di un povero derviscio penitente, originario della città di Moka, che fù esiliato su di una montagna. Per sopravvivere consumava quello che trovava, un giorno si preparò un decotto con foglie e frutti dell’albero del Caffè e non appena lo consumò, si senti rinvigorito; decise così di proporlo alla gente che si recava a visitarlo. In una terza leggenda si racconta di alcuni pastori che si accorsero che le loro capre erano diventate insolitamente inquiete, non dormivano più. Chiesero aiuto a dei monaci che spiegarono loro di averle viste consumare le drupe carnose di un arbusto della zona che nessuno aveva considerato. Vennero effettuati molti esperimenti fino a quando uno dei monaci non riuscì a ricavarne una bevanda nera ed aromatica.
arte: la bevanda ricavata dalla coffea arabica influenzò anche la pittura. In Italia, il pittore Pietro Longhi dipinse spesso i Veneziani mentre la sorbivano.