In questa guida spieghiamo come coltivare la Camelia e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
Famiglia: Theaceae
Genere: Camellia
Specie: C. japonica, C. sasanqua, C. Higo
Nome comune: Camelia
Appartengono a questo genere moltissime specie, originarie dell’Asia, la cui introduzione in Europa risale agli inizi del 1700. In realtà, la storia di queste piante è ben più antica: in oriente, dalla C. Sinensis si ricava il tè, bevanda sulle cui origini si sovrappongono storia e leggende di diversi Paesi, da migliaia di anni.
Si tratta di arbusti (ma alcune specie raggiungono tranquillamente dimensioni arboree) sempreverdi, longevi se adeguatamente trattati (vedi ad esempio i secolari esemplari presenti nei giardini sul Lago Maggiore).
La dimensione delle foglie, lucide e di consistenza coriacea, può variare secondo la specie; in generale la forma è ovale, il margine seghettato, la disposizione lungo i rami alternata.
I fiori possono avere diverso colore e numero di petali (le forme possono essere diverse, con una o più serie di petali; generalmente è sempre evidente il ciuffo centrale di stami). La stagione di fioritura va dall’autunno alla primavera.
Tra le specie più diffuse e conosciute, la prima è sicuramente C. japonica, che grazie al lavoro di appassionati e ibridatori vanta un numero ormai vastissimo di varietà, cultivar e ibridi. I fiori hanno petali numerosi, sovrapposti, spesso disposti in modo tale da farli assomigliare a delle rose. Questa specie fiorisce in inverno/inizio primavera.
C. sasanqua ha una fioritura leggermente anticipata; rispetto alla C. japonica ha in generale (per gli esemplari che ho avuto modo di vedere) un aspetto meno ordinato, foglie e fiori di dimensioni più piccole. I fiori spesso sono semplici ma hanno anche un leggero profumo.
Molto affascinante la storia delle C. Higo, che ne fa risalire le origini agli antichi Samurai giapponesi e che ho avuto modo di imparare visitando questo sito: http://www.higocamellia.it/page5.html Queste camelie sono caratterizzate dal ciuffo centrale di stami, luminoso e particolarmente appariscente.
Coltivazione
Avrei l’ardire – con tutto il rispetto per questo magnifico fiore -, di consigliarne vivamente la coltivazione anche sui balconi. L’apparato radicale, infatti, non è troppo prorompente e si può accontentare a lungo anche dello spazio offerto da un contenitore. L’importante è usare terreno specifico per piante acidofile. Le piante dovranno essere al riparo della luce diretta del sole di mezzogiorno, soprattutto in estate, pena scottature delle foglie. Qualche piccola eccezione la consentono le C. sasanqua, che tollerano meglio i raggi solari, ma alle quali sarà comunque preferibile offrire una posizione luminosa e semi-ombreggiata. Molti sconsigliano anche di esporle a est, perchè nelle zone in cui gela durante la notte il sole del primo mattino può provocare bruciature alle foglie.
La posizione deve essere fresca; sono quindi poco adatte ai balconi troppo esposti al sole o comunque troppo caldi, anche se ombreggiati. È bene anche usare un fertilizzante adatto alle piante acidofile. Le potature non sono generalmente necessarie; se si ritenesse necessario effettuarle, per ridimensionare la pianta, si dovrà badare a non eliminare i boccioli, che hanno un periodo di formazione e sviluppo estremamente lungo. Evitare le irrorazioni fogliari, che sembrano far più male che bene alla pianta.
Il drenaggio deve essere molto curato; la pianta non ha bisogno di troppo acqua, che in generale io provvedo a fornire solo quando il terriccio – che dovrebbe restare sempre fresco – tende ad asciugare. Quello che spesso danneggia la pianta sono le conseguenze del caldo eccessivo e dei ristagni idrici. Al momento dell’acquisto, soprattutto se si è alle prime armi, preferire esemplari già cresciuti, magari scegliendoli in vivaio, tenuti in campo aperto e non in serra, per evitare che la pianta sia sottoposta a eccessivi stress ambientali. In linea di massima, a meno che non le si possano offrire condizioni adeguate, non è una pianta da tenere in casa.
Evitare di spostare la pianta quando i boccioli sono già formati o è in fiore: se l’orientamento non è mantenuto, i bocci si “gireranno” per inseguire la luce, rischiando di cadere.
Rusticità
Rustica.
Malattie e parassiti
Risulta essere una pianta molto robusta e resistente se si rispettano le sue esigenze.
Terreno
Il terreno per le camelie deve possedere una buona aerazione con un elevato tenore di humus ed un pH che si attesti su 4,5-5,5, benché alcuni coltivatori indicano in 5,5-5,7 l’optimum.
In realtà però il valore del pH nella coltivazione non riveste una fondamentale importanza perché le camelie sono capaci di crescere in una gamma di pH piuttosto vasta.
Si deve considerare che le cultivar di C. japonica esigono una acidità maggiore di C. sasanqua e degli altri ibridi di C. x willamsii dove sono indicati valori sino a 6,5.
Un eccesso di acidità può causare problemi alla crescita che diventa stentata, le foglie diventano piccole, malformate e con clorosi marginali; i germogli stentano ad aprirsi.
Acidità molto alta si corregge con le classiche calcitazioni ripetute sino a portare il pH a livello desiderato, mentre una bassa acidità si corregge aggiungendo torba che normalmente ha un pH 4-4,5 oppure si usa il solfato di alluminio o zolfo.
I materiali usati per la preparazione del substrato nella coltivazione in vaso sono:
torba, sabbia di fiume (o perlite, vermiculite, argilla espansa con granulometria fine) o terriccio preparato usando terra di castagno, terra di erica, terra di bosco ecc, tutti materiali che garantiscono una buona porosità, una buona capacità di trattenere l’acqua senza creare ristagni e una adeguata acidità.
Esposizione
Per la C. japonica, in linea di massima, si può considerare che una esposizione semi soleggiata sia l’ideale (il meglio sarebbe la mattina il sole e il pomeriggio all’ombra); cultivar come Emperorof Russia, Great Eastern, Lady Clear sopportano la luce diretta, benché una migliore fioritura la si ottiene ombreggiandole un pochino; la C. sasanqua invece sopporta bene l’esposizione al sole.
La C. japonica vegeta con “giorno lungo” e con temperature non inferiori a 15°C; per la formazione dei fiori la temperature ottimali sono tra 20°-25°C con “giorno lungo” e forte luminosità.
Concimazione
Per quanto riguarda la concimazione si possono usare sia concimi organici, minerali o idrosolubili.
Di regola una camelia piantata in terra non ha bisogno di essere concimata fino a quando non si è affrancata e successivamente è consigliabile, per i primi due o tre anni di vita concimazioni frequenti e scarse (idrosolubile 2:0,8:1,5).
Le concimazioni vanno eseguite in relazione alla crescita della pianta e non devono eccedere ne essere carenti perché, squilibri nutrizionali vengono immediatamente denunciati dalla pianta.
La carenza di azoto causa una crescita debole con foglie piccole e verde pallido, che ingiallendo cadono; la formazione di bottoni fiorali può venire compromessa.
L’eccesso provoca ritardo nello sviluppo e nell’apertura dei fiori con minore turgore dei petali.
Carenza di fosforo rallenta notevolmente la crescita della pianta, le foglie sono più corte e più strette con una precoce filloptosi; l’eccesso non provoca alterazioni.
La carenza di potassio causa necrosi sulle foglie già nei primi stadi di crescita.
Nei microelementi il rame è quello che può creare, in caso di carenza, colorazione marginale rossiccio-nera nel lembo delle giovani foglie, gli apici vegetativi vengono compromessi con distorsioni per cui una annaffiatura con solfato di rame allo 0.025% dovrebbe correggere la carenza.
Irrigazione con un concime a base di microelementi in forma chelata, usato regolarmente evita l’insorgere di carenza in microelementi.
Irrigazione
L’irrigazione per le piante coltivate in terra, vanno somministrate nel primo periodo della messa a dimora poi volendo, possono bastare le piogge e l’umidità che le radici riescono a raggiungere in profondità; se però il periodo estivo volge al caldo secco qualche intervento di soccorso può giovare.
In contenitore invece, le annaffiature, si faranno quando il pane di terra si asciuga, curando sempre che non ci siano ristagni d’acqua.
Bagnare le foglie sia nella pagina superiore che quella inferiore nel periodo estivo e cosa utile, ed aiuta a tenere sgombra la pianta da parassiti e sporcizia.
La regola dice che bisogna evitare di bagnare le foglie sotto il sole perché potrebbero manifestarsi tacche brunastre, ma devo dire che le mie camelie, che lavo regolarmente e molte volte sotto il sole (per abbassare la temperatura che innalzandosi a livelli troppo alti potrebbe provocare scottature), non è mai successo niente.
Pacciamatura
Consiste nello spargere al piede della pianta materiale come foglie secche, trucioli di legno, segatura grossolana ecc che svolgono una azione protettiva contro l’azione del gelo, all’evapotraspirazione estiva, impedendo contemporaneamente la crescita delle malerbe.
Lo spessore del materiale sparso è sufficiente che sia di 5 cm; ogni anno quando lo strato si sarà decomposto si sostituirà con quello fresco.
Potatura
Per le piante coltivate in terra è consigliabile lasciare che la pianta cresca naturalmente, asportando solamente i polloni basali, favorendo così la formazione del tronco.
Quando le piante si saranno formate, si dovrà provvedere solamente a una potatura di rimonda (taglio dei rami secchi) ed eventualmente guidare i rami per fargli assumere la forma desiderata.
Per le piante in contenitore senza entrare nei metodi che il camelicoltore usa per le coltivazioni delle camelie, noi ci limiteremo a potare, se necessario, dopo la fioritura. Il criterio da seguire è:
Stabilire qual’è la foglia più alta che deve rimanere e tagliare, con un taglio netto, al di sopra di essa; sul rametto che resta è importante che siano presenti gemme già formate.