In questa guida spieghiamo come coltivare Carrubo e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Ceratonia siliqua
famiglia: Leguminosae
breve descrizione: Alto fino a 15m, il carrubo, il cui nome deriva dall’arabo Kharrub (o charnub), è una pianta molto longeva. Il tronco è scanalato, con grosse muscolature, che fanno del carrubo un albero molto robusto e grosso. I possenti tronchi si ramificano in una chioma ampia, sempre verde e rigogliosa. I rami secondari sono più o meno eretti nella parte superiore della chioma, mentre sono inclinati o penduli nella parte periferica. Trattasi di una pianta sempre verde, con una chioma vistosa, che si presenta come una densa massa verde scura e luccicante al sole, così da conferire a questo albero un aspetto quanto mai suggestivo. Il diametro della chioma è veramente notevole poichè esso spesso supera i 10 metri. Il sistema radicale è molto sviluppato e si spinge anche negli strati più profondi del terreno. Le radici penetrano nelle fessure delle rocce per attingere acqua ed elementi nutritivi e creare così un valido ancoraggio per la pianta contro i venti. Le foglie sono composte, paripennate, persistenti, indurite e coriacee, di un ben colore verde intenso. Sono inserite sui rami per mezzo di un breve picciolo di circa 3 cm.; hanno una lunghezza variabile da 10 a 25 cm. Le dimensioni e la forma delle foglie si diversificano alquanto a seconda della varietà. Le foglie si rinnovano ogni 15-18 mesi: spuntano in primavera per cadere tra il luglio ed il settembre dell’anno successivo.
durata: Perenne
periodo di fioritura: L’infiorescenza è data da racemi dritti, solitari o aggregati ubicati in corrispondenza dei nodi delle grosse branche prive di foglie. I fiori sono molto diversificati: infatti, possono essere ermafroditi oppure unisessuali maschili o femminili, in quanto il carrubo è una pianta poligamo-dioica, cioè una pianta che porta o fiori maschili, o fiori femminili oppure ancora fiori maschili e femminili. L’impollinazione è entomofila ed in parte anemofila. Il frutto si origina dopo la fecondazione incomincia a svilupparsi solo in primavera per completare il suo sviluppo e maturare in agosto-settembre. Per trasformarsi in frutti maturi i fiori impiegano un anno: quando i frutti vengono raccolti, l’albero ha già i fiori per la successiva fruttificazione. I frutti cadono in modo volontario e vengono raccolti nei mesi estivi.
area di origine: Asia minore e Siria. In realtà L’area di origine del Carrubo è molto incerta. La maggior parte degli studiosi lo ritengono originario dell’Asia Minore o della Siria, altri pensano che abbia origine in Egitto; altri ancora lo credono originario della Sicilia.
clima: Mite
uso: Pianta da ornamentale ma anche da frutto. La coltivazione in vaso avviene solo in luoghi con climi molto freddi
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: La pianta va esposta ai raggi diretti del sole
temperatura: Pianta da coltivare in climi miti,non da esporre a meno di 0°C.
substrato: Coltivabile anche in terreni poco fertili,è preferibile coltivarlo in terreni drenati
irrigazione: L’annaffiatura occorre solo alle piante giovani a causa della buona resistenza alla siccità della pianta; se coltivata in vaso solo al principio
concimazione: La pianta necessita di una buona concimazione con letame maturo e concimi minerali
propagazione: La semina è la propagazione più utilizzata,e si effettua o in primavera o in autunno
rinvaso: Dipende dallo sviluppo della pianta,solitamente si effettua nei mesi primaverili ogni 2 anni
potatura: Si consiglia di potare rami danneggiati o essicati,o in caso di infezione da fungo
avversità: Usare insetticidi contro cocciniglie e coleotteri;in caso di parassiti(funghi),potare la parte infetta o usare medicinali specifici onde evitare cancri
piccoli consigli: Per ottenere i frutti dalla pianta occorre coltivare ambedue i sessi
curiosità
storia: Il carrubo esisteva come albero spontaneo nelle terre del bacino orientale del Mediterraneo. La sua coltivazione pare ebbe inizio soltanto al tempo dei Greci, che la estesero in Sicilia, ma furono gli Arabi che ne intensificarono la coltivazione e la propagarono fino in Marocco e in Spagna. Altri Autori sostengono che l’originaria diffusione del carrubo in Sicilia sarebbe dovuta ai Fenici, che della Sicilia furono i colonizzatori più antichi e provenivano da territori, quali il Libano, dove il carrubo può considerarsi originario. Questa pianta per le sue proprietà e caratteristiche fu sicuramente uno degli alberi da frutto più apprezzati dai Fenici e dai Cartaginesi. Nei tempi medioevali furono certamente gli Arabi a interessarsi del carrubo, diffondendolo e intensificandone la coltivazione in tutto il bacino del Mediterraneo. Sul finire del periodo medioevale il carrubo sicuramente doveva essere coltivato in tutte le terre del Mediterraneo accessibili alla sua coltura. Il suo frutto, noto a tutte le popolazioni d’Europa, veniva utilizzato per la preparazione di prodotti medicinali e di dolci. Nella seconda metà del Settecento interessanti notizie sulla coltura del carrubo in Sicilia vengono fornite dall’abate Sestini, il quale elenca tra le zone di maggiore produzione i territori di Modica, Ragusa, Scicli, Comiso, Noto e Avola. A quel tempo, la produzione siciliana di carrube era valutata in 60 mila quintali l’anno. Di questa enorme produzione, circa 40 mila quintali venivano esportati, mentre il resto era utilizzato come alimento per il bestiame e per la povera gente, oltre che per usi medicinali.
cucina: I frutti prodotti dal carrubo sono utilizzati a scopo alimentare. Le diverse varietà di carruba contengono elevate quantità di zucchero (saccarosio e glucosio) se confrontati con altri frutti freschi maturi. Il saccarosio può essere estratto dalle polpe con particolari tecnologie e si presenta di ottima qualità se ricristallizzato. Il contenuto di saccarosio dei baccelli, che è di circa il 2-5% a fine marzo, aumenta rapidamente a partire dalla fine di maggio fino a raggiungere il massimo livello a metà agosto. Le parti più importanti del frutto sono la polpa ed i semi. Dalla polpa si possono ottenere diversi prodotti, utili e necessari in molte applicazioni. Uno di questi è uno sfarinato al 10% di umidita’, che essiccato è pronto all’impiego immediato nella fabbricazione dei mangimi composti. Per quanto riguarda le sue proprietà dietetiche, con particolare riferimento al suo potere assorbente intestinale, questo prodotto è indicato con grande vantaggio in ogni regime speciale destinato al recupero di soggetti reduci da malattie infettive o da gravi disturbi del tratto digerente.
in giro per il mondo: L’Italia è il secondo paese produttore con una produzione di poco superiore alle 60000 tonnellate.