In questa guida spieghiamo come coltivare Calanthe e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Calanthe
famiglia: Orchidaceae
breve descrizione: Pianta fiorita da interni, coltivabile anche in piena terra. Comprende 120 specie di orchidee, sia epifite, sia terrestri; alcune di queste sono decidue, altre sempreverdi. Tra le specie più diffuse abbiamo: C. Masuca, caratterizzata da foglie oblunghe e lanceolate con fiori lilla e labello viola intenso, alta 60-90 cm, sempreverde; C. Rosea, caratterizzata da foglie oblunghe lanceolate, fiori invernali di colorazione rosa e labello più scuro, bordo rosa intenso, altezza 40-45 cm, foglie decidue; C. Vestita, con foglie ampie e lanceolate, infiorescenze da ottobre a febbraio che precedono l’emissione delle foglie. La gamma di colorazione dei fiori è variabile: bianchi, rosati con labello bianco, rosa o rosso magenta e con cresta rossa o gialla.
periodo di fioritura: A seconda della specie da fine maggio hanno inizio le fioriture. I fiori sono riuniti in racemi sostenuti da scapi. La colorazione varia dal bianco, al rosa, al viola, con diverse tonalità. Per le specie decidue, la fioritura avviene contemporaneamente alla perdita delle foglie.
area di origine: Asia, Oceania, Australia, Africa.
clima: Temperato caldo
uso: Piante d’appartamento
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Richiede molta luce ma assolutamente non il sole diretto, in particolare nei periodi più caldi. Durante il periodo estivo, e soprattutto nei giorni più caldi, è quindi bene riporle costantemente all’ombra.
temperatura: Vive bene anche in presenza di molto caldo, viceversa in inverno, a seconda della specie, si consiglia di non scendere sotto i 12° circa. In generale bisogna mantenere un elevato tasso di umidità.
substrato: Utilizzare un substrato dedicato per orchidee. Si consiglia un terreno già confezionato e dedicato a seconda della specie. In generale la maggior parte delle Calanthe gradisce una composta di tre parti di terriccio da giardino e di una parte di terriccio di foglie, sabbia e sfagno. Alcune preferiscono una quantità maggiore di terriccio universale. Può andare molto bene anche un miscuglio di torba, pomice e corteccia di ontano.
irrigazione: Occorre mantenere la terra e, dove possibile, anche l’ambiente, molto umidi, evitando di far asciugare troppo il terreno senza creare ristagni d’acqua. Nel periodo di vegetazione le annaffiature devono essere contenute ma frequenti; da fine estate a primavera, momento in cui le foglie di alcune specie diventano gialle, si consiglia di diradare le annaffiature. Le specie terrestri possiedono radici molto sottili che richiedono una notevole umidità; una volta fiorite le piante vanno mantenute ad un’umidità inferiore, si aumentano nuovamente le irrigazioni quando si sviluppano i nuovi getti dalla base degli pseudobulbi.
concimazione: Utilizzare un concime dedicato per le orchidee. La concimazione di base deve essere effettuata con 40-50 g. per decalitro di terra di cornunghia o concimi organici granulari per orchidee. Ogni 20-30 giorni, aggiungere all’acqua di irrigazione un concime per orchidee nella dose di 10g. per decalitro.
propagazione: Tramite germoglio: dopo la fioritura è possibile staccare dei germogli dalla pianta madre, che verranno messi direttamente in vaso.
rinvaso: Si effettua quando necessario, comunque dopo la fioritura, nel periodo di riposo, che nelle specie decidue è più evidente. Si consiglia di scegliere un vaso poco più grande del precedente.
potatura: Si eliminano le parti sfiorite o danneggiate.
avversità: Può essere soggetta ad attacchi da parte di qualche tipo di parassita, in particolare le cocciniglie, che causano la formazione di macchie giallastre.
piccoli consigli: Utilizzare per l’irrigazione acqua a temperatura ambiente, evitare di posizionare la pianta in zone soggette a correnti d’aria. Ha bisogno di un annaffiatura frequente nel periodo vegetativo
curiosità
storia: questa specie di orchidee è stata oggetto di una delle prime ibridazioni. Il botanico Veitch, verso la metà dell’ottocento, ne ricavò diversi ibridi.