In questa guida spieghiamo come coltivare Pachira e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Pachira
famiglia: Bombacacee
breve descrizione: Pianta tropicale dallo sviluppo eretto, coltivata per il fogliame palmato, pentalobato molto ornamentale e l’aspetto decorativo dei suoi tronchi multipli. I fiori sono solitamente color crema, grandi 15 cm. con i petali arricciati per mostrare gli stami rosati. Esistono diverse specie ma la più conosciuta è la Pachira Insignis che presenta foglie palmato-digitate con 5-7 segmenti obovati. Le infiorescenze sono gradevolmente profumate, durano soltanto un giorno e si schiudono durante la notte, sono costituite da fiori ascellari composti da cinque petali rossi oppure violacei, stretti e lunghi, che fuori escono da un calice corto e si circondano di una grande massa di filamenti. I frutti che seguono sono capsule legnose che assomigliano a delle zucche nerastre, solitamente si sviluppano soltanto nell’ambiente naturale.
durata: Perenne
periodo di fioritura: La fioritura avviene durante il periodo estivo. Ha fiori molto grandi, larghi fino a 15 cm, di color bianco crema, con i petali arricciati verso la base a mostrare gli stami rosati.
area di origine: Sud America, India occidentale.
clima: Tropicale
uso: Pianta d’appartamento, nelle zone a clima più mite puo’ essere coltivata anche in piena terra.
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: Deve essere esposta in zona molto luminosa, ma si adatta bene anche alla mezz’ombra. Può reggere il sole diretto solo se il tasso di umidità ambientale è molto elevato, diversamente si rischia di ustionare le foglie.
temperatura: Sopporta bene le alte temperature. Molto pericolosa risulta la combinazione di ristagno di acqua con temperature basse, che causa l’ingiallimento e la caduta prematura delle foglie.
substrato: Deve essere acido e ben drenato. Evitare terricci torbosi.
irrigazione: Annaffiare regolarmente e abbondantemente nel corso del periodo estivo, una volta ogni 4 giorni, diradando gli interventi durante l’inverno. Utilizzare se possibile acqua piovana.
concimazione: Nei mesi estivi ha bisogno di essere concimata mensilmente, durante l’inverno interrompere il ciclo. Utilizzare fertilizzanti ricchi di potassio e di fosforo.
propagazione: Si utilizzano i semi che vanno presi appena la capsula del frutto si apre, e messi in vasi con un miscuglio di sabbia, sfagno e stallatico. La propagazione può avvenire anche per talea, da praticarsi in primavera.
rinvaso: Solo quando è necessario in primavera
potatura: Eliminare le parti secche,danneggiate, e le parti che si espandono in modo disordinato. Le foglie devono essere ripulite dalla polvere o da eventuali residui calcarei.
avversità: E’ soggetta ad attacco di cocciniglia, si consiglia di eliminare gli esemplari manualmente, utilizzando del cotone imbevuto nell’alcol. Possono verificarsi dei marciumi radicali se il terreno è troppo bagnato.
piccoli consigli: Questa pianta è una stretta parente del Baobab. Cercare di tenere sempre umido l’ambiente in cui si trova, evitando accuratamente i ristagni d’acqua che possono provocare marciumi radicali.
curiosità
storia: Introdotta nel 1909 a Taiwan, prima per i semi e in seguito per il tronco, il quale veniva usato nella pittura cinese.
ambiente: Nel suo habitat naturale può raggiungere i 18 metri di altezza e viene chiamata Noce del Malabar o della Guyana. In Europa questo genere di pianta viene venduta con i tronchi intrecciati.
cucina: In Brasile viene chiamata noce del Malabar o della Guyana, perchè le capsule a fine maturazione si aprono in cinque segmenti liberando noci commestibili. Queste noci vengono consumate arrostite e sono chiamate castagne, anche grazie alla somiglianza del gusto.
letteratura e mitologia: Viene chiamata volgarmente Bombaco.