In questa guida spieghiamo come coltivare Calluna Vulgaris e mettiamo a disposizione informazioni utili per l’esposizione, l’irrigazione e la concimazione.
la pianta
nome botanico: Calluna vulgaris
famiglia: Ericaceae
breve descrizione: Piccolo arbusto (70 cm) contorto con folti rami ascendenti e foglie embricate, persistenti, semplici, aghiformi, ellittiche, lanceolate, lunghe 0,5 cm.; sono disposte su 4 linee lungo i rami. Le infiorescenze sono costituite da fiori rosei e lucenti, con perianzio persistente e costituiscono lunghi grappoli terminali per lo più unilaterali. Hanno calice colorato, membranoso, corolla campanulata, più piccola del calice con i petali fusi solo alla base. Il frutto è una capsula
durata: Annuale o perenne
periodo di fioritura: Da giugno a settembre dopo la fogliazione
area di origine: Europa, Africa
clima: Mediterraneo
uso: La calluna è una pianta ornamentale comune nei giardini e a scopo paesaggistico. Ci sono diversi cultivar di denominazione selezionati per la varietà del colore dei fiori e per diversi colore del fogliame e delle abitudini di crescita
accorgimenti e cure
esposizione e luminosità: In interno collocare in un luogo fresco e molto luminoso, in esterno posizionare in leggera ombra
temperatura: Si consiglia di non scendere sotto i 6°-7° C
substrato: Leggermente acido. In caso mix piuttosto leggero con prevalenza di torba. Utilizzare sabbia o ghiaietta per drenaggio
irrigazione: Mantenere il terreno umido senza eccessi e ristagni d’acqua. Utilizzare acqua senza calcare
concimazione: Non sono richiesti concimi particolari
propagazione: Tramite talea a fine estate
rinvaso: In primavera quando necessario
potatura: In primavera eliminare le parti secche o danneggiate
avversità: Può avere problemi per eccesso o per mancanza d’acqua
piccoli consigli: Importante evitare ristagni d’acqua, pianta ideale per coltivazioni in giardini e bordure, coltivabile anche in vaso. Necessita di essere annaffiata frequentemente con acqua possibilmente non calcarea
curiosità
storia: Il nome calluna deriva dal greco kalluno, cioè scopare. Infatti, sin dai tempi antichi, le branche ramose di questa pianta erano ricercate per fare scope
ambiente: Le foglie assumono un caratteristico colore dorato durante la stagione invernale
letteratura e mitologia: La Calluna vulgaris viene detta anche Brugo, da brucus, termine di origine celtica che indicava la pianta. Da brucus è poi derivato in italiano il termine brughiera, dove l’erica cresce e si sviluppa adattandosi ad un suolo povero di sostanze minerali, acido e arido
arte: Probabilmente il suo habitat ha ispirato al vocabolario ottocentesco dei sentimenti il simbolo della solitudine, infatti donare l’erica equivale a chiedere un po’ di affetto e compagnia; ma è simbolo anche di Speranza in quanto riesce a crescere là dove nessuna pianta fiorirebbe. Infatti gli animi oppressi da malinconia amavano errare nella solitaria e scarna brughiera dove fiorisce e il suo profumo ed il suo colore infondeva nello spirito uno spiraglio di speranza. Nel calendario astrale delle essenze l’erica, che appartiene al segno dello Scorpione, addolcisce il carattere, attenua la passionalità, favorisce l’aumento della volontà e della perseveranza.